martedì 5 novembre 2013

ottobre


























Non chiudere a chiave, non trascinare i piedi. Qui io raccolgo l'orizzonte e lo lavo di albe. Il freddo sale tutte le scale e mi sgocciola sulla schiena. E vedo bene, la riva del mare senza passi, i cuori che si sgonfiano, la scuola, i bus. Io che intingo i pensieri nei calici e me li porto nel sangue in abbracci. Questi giorni che non mi vogliono, senza furia, senza rabbia. Solo così: discese grige nei miei colori testardi. Luciana Manco


Se non sbaglio quando ci guardammo la prima volta Il vento ti faceva fare le smorfie Trattenevi la gonna e strizzavi gli occhi Pensavo ammiccassi, ma in modo buffo Volevi difendere i tuoi occhi e le tue gambe Se non sbaglio io ero il vento se non sbaglio era ottobre.

Luigi Loquarto


.di quello che c'era prima dei giochi delle identità rimangono solo i malanni di stagione piano la soglia del supereroismo si è alzata niente più cortei di sabato pomeriggio niente specchi neri solo respiri affannati da fine mese .sempre più equilibristi arrampicati alle scadenze meno gusci, meno sorrisi .si sta. pillole di acidità quotidiana tra castagne e vino cotto con gli occhi di sonno si odorano i fumi delle cantine .in subbuglio, senza consultare il medico aria inaspettatamente calda animi inaspettatamente .morti .non somministrare per più di tre giorni consecutivi

Lisa Gelli

martedì 3 settembre 2013

film bianco

http://www.youtube.com/watch?v=6fX7tyxBNsM






























Mi vivi qui.
Mia preghiera della sera.
Qui in questo spazio bianco
Tra tutte le mani mie, tra tutte le voci mie.

Mi vivi qui.
Come un organo che dimentico.
Come un colpo che prendo in pieno.
Qui.
In questo petto gonfio e sgonfio di te.
In questa cassa toracica che è la tua gabbia.

Ti faccio schiavo dei miei mali.
Padre dei miei sei anni.
Ti grido addosso, io, come una bufera.
Ti muoio addosso, io.
Ti muoio addosso.

E tu ricevi me, nel rito nostro,
ricevi me come tua sposa.
Perché io possa crescere il tuo seme
e farne secoli di storia.
Ricevi questa carne, segno del mio amore e della mia infedeltà.
Nel nome tuo che è il nome mio.
Nel nome tuo che fa tremare Dio.
Luciana Manco

Il bianco dei panni 
lavati a novanta gradi 
di quei contratti 
distrutti a novanta gradi 
della luce del sole che ti ha sorpreso 
che aveva il sapore di salsedine 
forse era una sfumatura del bianco 
quella più lucente.
Luigi Loquarto


"La sintesi sottrattiva si basa sull’addizione dei tre colori primari, ciano magenta giallo, e sulla loro capacità di assorbire, ciascuno, una luce primaria. La contemporanea addizione di tutti i colori primari comporta un totale assorbimento della luce bianca incidente, con una conseguente percezione di una superficie nera."

il golpe ungherese
sottofondo al muto alfabeto
degli amanti in sordina
chiusi in scatole di latta
ad est di "Csikvánd"
le vene ciano infilate
nella pelle magenta
sottile e maliziosa
ancora più a est
il giallo irriverente
feti di fagioli ammuffiti
sulla credenza di casa
troppo tardi per la "leves"
bisogna andar via da questo ventre
trasformarsi in fiocchi di neve
rotolarsi nella steppa scolorita
sciogliersi
.tornare allo zero
così vicino al nero
Lisa Gelli



giovedì 6 giugno 2013

Piccola Faccia - Cristina Donà



http://www.youtube.com/watch?v=a_XlOAXE3CQ

Ti muovi. Schivi le luci.
Una sigaretta spenta tra le labbra.
Stai facendo finta, ma io lo so.
Io lo so che non andrai via.
Finché ci sarà ancora qualcuno a dare un senso alla tua assenza.
Tu resti.
I monti, i morti, non cercano l'uscita.
Non trovano l'uscita.
Cosa vuoi ricordare?
Cosa posso riportare nei tuoi occhi?
Vuoi darmi un attimo della tua vita? Vuoi darmi un mese, un anno, una vita che non sia più la tua vita?
Mi afferri il braccio e dici: non ho più niente da dare.
Allora cos'è questo peso che mi passi,
Questo piombo che mi metti nelle mani?
Resta. Resterai.
Perché fuori c'è un letto ed una casa vuoti.
Mentre qui c'è un niente. Pienissimo.
Pienissimo di segreti.
Luciana Manco

Asfalto rovente, vedo
Abbandono la testa indietro sul sedile
Gli alberi che sfrecciano e il vento che spettina
L’angolo della mia bocca si distende
Le ciglia chiudono i portoni della vita
La lancetta sui 180 vernicia i dolori
Mi sta aspettando oltre il guard rail
E mi lascio trapassare
Luigi Loquarto

.ho sognato che in mezzo agli occhi
avevo dipinto un neo spento
bruno-rossiccio
liquore al cioccolato e matita a cera
grassa e graffiata
.un alone di ferro battuto
grande quanto l'impronta dell'indice
.un mirino perfetto
per subito vivere
dello schiaffo primordiale
.una miniatura muta
sottopelle
proprio al centro di me
Lisa Gelli

lunedì 6 maggio 2013

SCEGLIERE

Poteva essere il diluvio.
Il mio piccolo ombrello che non ci copre nemmeno la fronte.
E il mio cuore ha un nome stupido da poeti.
Qui è un garage. Passano. Sostano. Vanno via.
Spesso tutto è completo e qualcuno si scorda di pagare.
Nessuno vive, qui. Nessuno fa colazione, qui.
Nessuno cammina scalzo, si distende, piange, qui.
E’ la casa di nessuno, questo brutto nome cuore.
Poi cosa succede.
Non sono mai mutata, io.
Ma tu sui muri hai messo le tue tele.
E tutto pulsa.
Spinge nei polsi.
Tutte le cose invisibili, quelle a cui credo.
Questo tuo scegliere e scegliere me.
Accade.
Il mio artiglio si posa, si spezza.
Si aprono le dita sciolte di fiducia.
Muoiono i padroni, coi loro lacci.
Muoiono le stelle di acqua fredda.
Io faccio pensieri elementari.
Curvo la spina dorsale.
Dico cose di cui non mi pento, verità stupide come pesci.
Le tue pupille perfette.
Come si chiama qui.
Si chiama tutti i nomi del mondo.
Si chiama la semplicità, le parole.
Si chiama niente, come si chiama.
Si chiama casa tua. Casa mia.
Si chiama come vogliamo, come lo dice la tua bocca.
Come lo muove la tua lingua.
Luciana Manco

se ti aggrappi ai miei rami festeggiamo col libeccio
vedrai cerchi nell'aria, disegnati con la chioma
ti porto il mare alle narici, il sale sulle guance
scegli l'aria tra i capelli, la valigia nel portabagagli.
Luigi Loquarto


.un urlo, un sorriso, una rassegnazione
.un sollievo, un barattolo, una passeggiata sull'argine
.una foto sfocata
.un paio di nomi
da uomo
.un elefante appoggiato sulla collina
.carne, vuoto, matitematitematite, collirio
.raccolse la criniera da leonessa
sul cuscino di mandorle
con le ali rotte consumò i piedi
inveì contro il maschile
.e di più contro il femminile mascherato
.di tutte le possibilità, il coraggio
Lisa Gelli

mercoledì 27 febbraio 2013

TRE

  
Finché qui non scenderanno anche le stelle 
col loro elmo di guerra,
luccicante come la paura,
spaventoso come la poesia,
noi qui continueremo
a darci la lingua a turno,
come grano che nutre,
che muove nella pancia suono d'oro.
Tu sarai il centro,
ed io e un altro il coro.
La senti l'attesa triste delle mie mani
prima di aprirti come un'ala?
Ti inondo, con quintali di esistenza,
sul ritmo sacro del tuo respiro.
Scorro. Sono. Infine muoio.
Infine torno.
E consacro il giorno.

Luciana Manco

meccanismo neuronale artificioso
groviglio di cosce e lacrime
legagli le estremità al contrario
a infinite dépense e dispersioni di Joule!
Luigi Loquarto

.indietro vedo
di noi la trinità incompiuta
l’instabilità della gamba mancante
lo spessore assente del massiccio divenire
la fatica di una contadina dismessa
.il Bianco che aspettava sulla panchina
incastrata per sempre tra pari e dispari
mentre si inceneriva la coppia sbagliata
.nella stupidità dell’orgoglio mascherato
vestito di spine e già nudo di dolore
questo prima .ora
riconosco valore al primadidormire
ai puntini rossi tra la legna bruciata
al candore indiscusso e più discutibile
della passione di cristo
all'immortalità innocente d'immorale crudeltà
alla purezza nella sintesi
.chiara
questo oggi .davanti
l’oceanico si rigenera di inchiostro pulito
di ciano parabolico e paralizzante
di magenta masticato sotto le suole
di giallo violento vicino all’orizzonte
finalmente siamo
.triDimensionali

Lisa Gelli