lunedì 6 maggio 2013

SCEGLIERE

Poteva essere il diluvio.
Il mio piccolo ombrello che non ci copre nemmeno la fronte.
E il mio cuore ha un nome stupido da poeti.
Qui è un garage. Passano. Sostano. Vanno via.
Spesso tutto è completo e qualcuno si scorda di pagare.
Nessuno vive, qui. Nessuno fa colazione, qui.
Nessuno cammina scalzo, si distende, piange, qui.
E’ la casa di nessuno, questo brutto nome cuore.
Poi cosa succede.
Non sono mai mutata, io.
Ma tu sui muri hai messo le tue tele.
E tutto pulsa.
Spinge nei polsi.
Tutte le cose invisibili, quelle a cui credo.
Questo tuo scegliere e scegliere me.
Accade.
Il mio artiglio si posa, si spezza.
Si aprono le dita sciolte di fiducia.
Muoiono i padroni, coi loro lacci.
Muoiono le stelle di acqua fredda.
Io faccio pensieri elementari.
Curvo la spina dorsale.
Dico cose di cui non mi pento, verità stupide come pesci.
Le tue pupille perfette.
Come si chiama qui.
Si chiama tutti i nomi del mondo.
Si chiama la semplicità, le parole.
Si chiama niente, come si chiama.
Si chiama casa tua. Casa mia.
Si chiama come vogliamo, come lo dice la tua bocca.
Come lo muove la tua lingua.
Luciana Manco

se ti aggrappi ai miei rami festeggiamo col libeccio
vedrai cerchi nell'aria, disegnati con la chioma
ti porto il mare alle narici, il sale sulle guance
scegli l'aria tra i capelli, la valigia nel portabagagli.
Luigi Loquarto


.un urlo, un sorriso, una rassegnazione
.un sollievo, un barattolo, una passeggiata sull'argine
.una foto sfocata
.un paio di nomi
da uomo
.un elefante appoggiato sulla collina
.carne, vuoto, matitematitematite, collirio
.raccolse la criniera da leonessa
sul cuscino di mandorle
con le ali rotte consumò i piedi
inveì contro il maschile
.e di più contro il femminile mascherato
.di tutte le possibilità, il coraggio
Lisa Gelli

1 commento:

  1. per me è storia già dai primi versi:

    Poteva essere il diluvio.

    se ti aggrappi ai miei rami ,,,

    .un urlo, un sorriso, una rassegnazione

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